Conservazione e caratteristiche organolettiche
Si, se in minima quantità. Se eccede e stratifica è indice di un processo di chiarificazione mal eseguito
Il “pizzicore” o piccante, così come l’amaro sono indici di qualità dell’olio extravergine d’oliva, essendo riconducibili al contenuto di polifenoli.
La torbidità non è indice di qualità o naturalezza del prodotto. La velatura è legata dalla presenza di piccole particelle in sospensione che con il tempo si depositano sul fondo della contenitore.
La scadenza di legge dal momento del confezionamento. Se l’olio è conservato in maniera adeguata può durare anche 36 mesi con minime variazioni del profilo organolettico.
L’olio d’oliva ha un contenuto di Acido oleico maggiore rispetto al Olio extravergine e in generale caratteristiche organolettiche peggiori.
Non necessariamente, ma certamente ha subito uno stress che ne condizionerà irreversibilmente le caratteristiche organolettiche.
Se conservato al riparo dalla luce, in un luogo asciutto, senza sbalzi di temperatura e con pochi ricambi d’aria, anche diverse settimane senza perdere il suo profilo organolettico.
Produzione
Il termine “Pressato” fa riferimento a un olio ottenuto con il sistema a presse, impianto di tipo tradizionale. Il termine “Spremuto”, ha un accezione più generica, identificano sia l’olio prodotto da Impianti tradizionali che a ciclo continuo con estrattori centrifughi.