Il Sinis, penisola che si estende verso Ovest affacciandosi sul mare di Sardegna, offre una varietà di paesaggi unica nel suo genere, frutto dell’incessante lavoro della natura e delle attività dell’uomo che abita queste terre sin dalla preistoria.

I nuraghi in rovina che dominano le alture, le antiche cave di pietra oramai lambite dal mare, gli insediamenti punico-romani, sono il segno tangibile dell’interesse che questa terra ha suscitato e continua a suscitare nei visitatori.

Le coste modellate dai venti di maestrale offrono spiagge e scogliere dal fascino selvaggio, baciate da un mare di smeraldo in cui si perde lo sguardo.

L’attività agricola segna il passaggio dalla costa all’entroterra con coltivazioni a grano, colture foraggere e orticole che si alternano venendo interrotte di tanto in tanto dalle aree umide che caratterizzano l’area.

Nell’area più interna quasi al confine con la piana del campidano si scorgono i primi oliveti, alcuni secolari altri di recente coltivazione.